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La condanna del principe primato

Nell'aprile del 1948 fu annunciata la nazionalizzazione delle scuole religiose. Per motivi pratici e di propaganda il governo voleva che gli insegnanti religiosi eccellenti continuassero a lavorare nelle scuole, ma il cardinale Mindszenty ordinò che i sacerdoti e religiosi non potessero insegnare nelle istituzioni nazionalizzate che diffondevano una mentalità ateista e antiungherese. Così il cardinale divenne uno dei nemici principali del comunismo mondiale che doveva essere eliminato dalla battaglia ideologica ad ogni costo.

Il 26 dicembre 1948 il cardinale Mindszenty fu arrestato dall'Autorità per la Protezione dello Stato (ÁVH). Fu trasportato al n°60 di via Andrássy dove, per due settimane, sopportò le torture con le quali i comunisti vollero costringerlo a firmare la «confessione» preparata per il suo processo farsa basata su una serie di calunnie.

Emlékhely Budapest

 

«Sono le 11 di notte. Mi portano di nuovo all'interrogatorio dopo 72 ore di veglia e le ripetute seri di manganellate. Durante tutta la notte mi interrogano su cospirazione e spionaggio. Sono rimasto completamente solo, esausto e sfinito. Devo ragionare solo quando più e più volte mettono davanti a me i fasci grossi dei verbali perché li firmi. Quando rifiuto di firmarli, il colonnello Décsi, 2-3 volte alla notte, chiama il mio seviziatore che mi riporta in cella, mi costringe a spogliarmi, mi prostra e comincia a battermi con il manganello con un piacere crudele.  Hanno anche un altro metodo crudele per debilitarmi fisicamente: non mi lasciano dormire.»

Letartóztatás

 

Il suo processo farsa, che si svolse dal 3 all'8 febbraio 1949 e terminò con la sua condanna all'ergastolo, fece grande scalpore internazionale. Le Nazioni Unite dichiararono che il processo e la condanna ingiusta erano una violazione del diritto internazionale.