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József Mindszenty

placuit Deo (…) est perfectus iustus et in tempore iracundiae factus est reconciliatio

(Sir 44, 16-17 – Frammento di lettura durante la festa del vescovo testimone di fede)

Mindszenty József

 

„Fidelissimus in tribulatione pastor” – Queste le parole che si possono leggere sull’iscrizione tombale del Servo di Dio cardinale József Mindszenty, primate ed arcivescovo di Esztergom (1), nel sepolcro arcivescovile della Basilica di Esztergom. La tomba di Mariazell del cardinale – che ancora in vita veniva considerato santo da molte persone – divenne meta di pellegrinaggio già nel 1975 (2). Fiori e corone ricoprivano la tomba mentre i nastri con i colori nazionali presto rivestirono tutto il cancello di ferro battuto della cappella di San László a Mariazell. La località austriaca fu scelta per ospitare la momentanea sepoltura. Papa Giovanni Paolo II rese omaggio alla tomba del cardinale József Mindszenty la prima volta proprio a Mariazell, il 13 settembre 1983. In una seconda occasione, il 16 agosto 1991, il pontefice polacco visitò invece la tomba del principe primate nel sepolcro primaziale di Esztergom. Il suo omaggio di preghiera trasmise un importante messaggio papale: il riconoscimento della forza e del valore della fama di santità presso la gente che si irradiava intorno alla figura del cardinale.

Il promotore del processo di canonizzazione del primate Mindszenty fu l’entusiasta parroco ungherese di New Brunswick, il frate francescano Julián Füzér, fondamentale rappresentante della letteratura mindszentyana sull’emigrazione. Nel 1976, durante una riunione di sacerdoti ungheresi collegata al Congresso Mondiale Eucaristico che si teneva a Philadelphia, negli Stati Uniti – vi prese parte anche una delegazione magiara guidata dal cardinale László Lékai – Füzér sollecitò la preparazione della causa ufficiale di canonizzazione. L’ultimo punto del suo piano di lavoro recitava così: „Chiediamo infine ai fratelli del nostro Paese, e in special modo alla conferenza episcopale magiara, di far pressione affinché Mindszenty venga completamente riabilitato in patria e, così come all’estero, anche in Ungheria si lavori per la sua canonizzazione(3). Ciò che a quel tempo sembrava un sogno audace si realizzò invece quindici anni dopo in seguito al crollo del comunismo.

Fra il 16 e il 17 giugno 1979, nella cornice dei giorni di Mariazell, in occasione dell’inaugurazione del museo commemorativo di Mindszenty, su sollecitazione di fedeli civili partì una raccolta di firme per la sperata beatificazione. Il motivo di questa interessante storia della procedura è dovuto al fatto che in passato per avviare i processi di canonizzazione si aveva bisogno della referenza di figure autorevoli. A partire dal 1985 padre Julián cominciò una raccolta di memorie scritte. Inoltre vennero stampate e pubblicate anche le centonovantadue testimonianze dal titolo Szentnek kiáltjuk! [”Lo proclamiamo santo a gran voce!”] (4). Nel 1986 la Fondazione Mindszenty invitò il vescovo competente del luogo della morte – il cardinale arcivescovo viennese Hans Hermann Groer – ad avviare l’istruttoria. Nel 1988 venne nominato il primo postulatore della causa, il frate salesiano János P. Szőke. Nel corso di quell’anno gli scritti, gli studi analitici e le comunicazioni di preghiere esaudite, in costante aumento, giunsero presso l’ufficio di canonizzazione di Vienna.

Il promotore del processo di canonizzazione del cardinale, cioè ufficialmente la Fondazione Mindszenty, è l’organizzazione che deve sostenere le spese relative all’esame. Nel 1993 con l’approvazione della Santa Sede e con il supporto unanime della conferenza episcopale ungherese il cardinale László Paskai rilevò dall’arcivescovo di Vienna gli incarichi relativi al processo di canonizzazione. L’esame ecclesiastico ungherese prese il suo avvio il 19 marzo 1994, festa di San Giuseppe. Le fonti storiche, i documenti scritti, le deposizioni dei testimoni, le perizie storiche e teologiche raccolte insieme ammontavano a diverse migliaia di pagine. Il cardinale Paskai nel 1996 chiuse la fase di inchiesta della causa e inviò a Roma gli atti tradotti in italiano all’ufficio della Congregazione delle Cause dei Santi. Tutto ciò testimonia che l’alto prelato competente e i suoi collaboratori – fra i quali il suo successore, il cardinale Péter Erdő, che nel corso della causa aveva ricoperto l’importante carica di ”Promotor Iustitiae” – avevano ritenuto fondata quell’enorme mole di materiale che ricostruiva la vita del primate in fama di santità e il suo eroico esercizio delle virtù.

Nel 2005 la Conferenza Episcopale Cattolica Ungherese si aggrega alla Fondazione Mindszenty, promotrice della causa, nella veste di cosiddetto co-attore e nel maggio del 2006 al cospetto delle autorità della Santa Sede dichiara attuale e la sollecita, da un punto di vista sacerdotale, una pronta beatificazione del primate. La fase ungherese del processo di canonizzazione di József Mindszenty si è pertanto conclusa, la voluminosa documentazione è stata preparata e si trova a Roma. Fino al 2007 il responsabile della causa romana – il cosiddetto ”relatore” – è stato il frate benedettino Ádám Somorjai. Da allora la carica è ricoperta dal padre cappuccino Vincenzo Criscuolo; è lui il responsabile dell’allestimento degli atti del processo, la cosiddetta ”Positio”. Nel 2012 la Commissione Permanente della Conferenza Episcopale Cattolica Ungherese ha nuovamente confermato in via ufficiale la richiesta ufficiale della Chiesa ungherese rivolta alla beatificazione e alla canonizzazione del cardinale.

Il processo di canonizzazione del Servo di Dio cardinale József Mindszenty si fonda sulla venerazione entusiasta di tante persone che pregano regolarmente (5) per la sua intercessione e per il successo della causa di canonizzazione. Forse non c’è ancora una figura esemplare del genere, all’interno della Chiesa magiara, il cui culto – a dispetto di qualsiasi difficoltà del passato – abbia assunto proporzioni simili a quella del cardinale. Nell’esperienza delle cause di canonizzazione questa fiorente venerazione è una preziosa prova del fatto che la beatificazione e la canonizzazione di József Mindszenty non rappresentano un isolato sforzo privato, mantenuto artificialmente, bensì la speranza fondata delle comunità ecclesiastiche locali la cui ispirazione e la cui guida è lo Spirito Santo: „Il processo di beatificazione del cardinale Mindszenty è in corso ma, già oggi, il popolo ungherese – nel suo spirito – lo considera il proprio pastore capo martire(6); „La Chiesa riconosce il cardinale Mindszenty come colui che già oggi gode di una tale venerazione popolare come se fosse stato praticamente già proclamato beato(7).

 

 

Le date principali della causa di
canonizzazione di József Mindszenty:

Novembre 2016 -  Viene stampata la sintesi della documentazione delle istruttorie diocesane e romane della causa, la cosiddetta ”Positio”.

14 giugno 2018 – Parere unanime del Congresso teologico della Congregazione delle Cause dei Santi per quanto riguarda la realizzazione della fama di santità.
 
15 gennaio 2019 – Decisione unanime dopo la seduta di Vescovi e Cardinali della Congregazione delle Cause dei Santi.

12 febbraio 2019 – Riconoscimento dell’esercizio eroico delle virtù cristiane con l’approvazione di papa Francesco (titolo di venerabile)


Istruttoria diocesana
Diocesi competente: arcivescovado di Esztergom-Budapest.
Pastori capo competenti: cardinale László Paskai; cardinale, primate, arcivescovo Péter Erdő.
Postulatore: János Szőke SDB
Svolgimento dell’istruttoria diocesana: 19 marzo 1994 – 31 luglio 1996.


Istruttoria romana
Postulatori presso la Santa Sede: Mons. Paolo Rizzi, Gergely Kovács.
Riconoscimento di legittimità degli atti della fase diocesana: 8 novembre 1999.
Riconoscimento papale dell’esercizio eroico delle virtù cristiane: 12 febbraio 2019.

 

(1) In questo testamento sono presenti due date diverse in quanto il cardinale Mindszenty aveva modificato più volte il testo.

(2) Il testo in latino dell’epigrafe tombale è stato redatto dal Dott. Gáspár Ladocsi, vescovo militare in quiescenza:

VITA HUMILIAVIT – MORS EXALTAVIT.
S.P.E. TIT. S. STEPHANI IN COELIO MONTE PRESB. CARDINALIS ULTIMUS PRINCEPS PRIMAS HUNGARIAE ARCHIEP. STRIGON.

FIDELISSIMUS IN TRIBULATIONE PASTOR
MINDSZENTY JÓZSEF 29. MART. 1892 – 6. MAI. 1975 MÁJ. 6.

BELLI IMPETU FIRMUS
TYRANNICA POTESTATE CRUCIATUS AD CARCEREM DAMNATUS PATRIAE EXSUL OBEDIENS ROMANAE MATRIS ECCLESIAE FILIUS AMATISSIMAE-PATRIAE-HONESTATIS-CULTOR-USQUE-AD-MORTEM-PERMANSIT IN CELLA MARIAE SEPULTUS ANNO XVI° POST OBITUM TRANSLATUS.

HIC IN PACE QUIESCIT.

(3) Il testo dell’epigrafe di Mariazell:

Questa lapide di marmo ricopre ora le spoglie mortali di József Mindszenty – fin quando esse non faranno ritorno nella patria liberata – il quale nacque a Csehimindszent il 29 marzo 1892; venne ordinato sacerdote a Szombathely nel 1915, quattro anni dopo divenne parroco di Zalaegerszeg, infine vescovo di Veszprém venticinque anni più tardi;

Nel 1945 divenne arcivescovo di Esztergom, cardinale primate d’Ungheria. Resistette per il Signore, per la Chiesa e per il suo popolo e venne fatto due volte prigioniero dal potere degli oppressori;

nel 1949 venne invece condannato al carcere a vita. Nel 1956 fu liberato dalla prigione grazie alla guerra di liberazione. Ma dopo che la violenza sovietica aveva soggiogato il Paese trovò rifugio per quindici anni presso l’ambasciata di Budapest degli Stati Uniti d’America. Per obbedienza si caricò la pesante croce dell’esilio e da anziano divenne il fedele pastore e il vero sacerdote della magiarità sparsa nel mondo. Morì a Vienna il 6 maggio 1975. Il cardinale József Mindszenty, primate d’Ungheria, 1892–1975.

Visse e vive per la Santa Pannonia.

(4) cit. József Horváth, Mindszenty bíboros [Il cardinale Mindszenty], München, 1980, p. 114.

(5) Julián Füzér, Szentnek kiáltjuk! Emigráns magyarok Mindszenty bíborosról halála 10. évfordulóján [Lo proclamiamo santo a gran voce! Gli emigranti ungheresi nel X anniversario della morte del cardinale Mindszenty], Youngstown, 1987.

(6) Il movimento di redenzione promosso dal cardinale Mindszenty, ”Egymillió imádkozó magyar” [Un milione di ungheresi in preghiera], ha avuto compimento proprio nel 2006, l’anno di preghiera di redenzione nazionale. Il 20 agosto il cardinale Péter Erdő ha annunciato che il numero di persone in preghiera aveva raggiunto – anzi ampiamente superato – il milione di registrati.

(7) István Mészáros cita le parole del cardinale di Kalocsa, Balázs Bábel, in: Mindszenty-mozaik [Mosaico Mindszenty], Budapest, 2002, p. 243.